Le Spezie




Elettaria Cardamomum, è la regina delle spezie, dopo il pepe e zafferano. I baccelli di cardamomo sono utilizzati nella cucina indiana e asiatica da sempre grazie alle tante proprietà salutistiche. Viene utilizzato di recente anche in Europa, soprattutto per la preparazione di dolci. Ha grandi proprietà e con curcuma e zenzero è ingrediente del curry, tipico condimento indiano. Il cardamomo è "la regina delle spezie", in secondo luogo soltanto a pepe nero "il re delle spezie" e lo zafferano. È una delle spezie più stimate nel mondo e fra le più costose. Il Cardamomo è il frutto della pianta Elettaria Cardamomum. I frutti del cardamomo sono piccoli baccelli ovali (capsule) di circa 1 cm di lunghezza, di colore verde pallido. Sono costituiti da tre alveoli interni che contengono dei piccoli semini neri. Sono proprio questi semini che racchiudono il potenziale aromatico più grande di questa spezia. I semi di cardamomo vengono poi fatti essicare al sole, prima di essere utilizzati.

Tratto da: http://www.alimentipedia.it/cardamomo.html
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Elettaria Cardamomum, è la regina delle spezie, dopo il pepe e zafferano. I baccelli di cardamomo sono utilizzati nella cucina indiana e asiatica da sempre grazie alle tante proprietà salutistiche. Viene utilizzato di recente anche in Europa, soprattutto per la preparazione di dolci. Ha grandi proprietà e con curcuma e zenzero è ingrediente del curry, tipico condimento indiano. Il cardamomo è "la regina delle spezie", in secondo luogo soltanto a pepe nero "il re delle spezie" e lo zafferano. È una delle spezie più stimate nel mondo e fra le più costose. Il Cardamomo è il frutto della pianta Elettaria Cardamomum. I frutti del cardamomo sono piccoli baccelli ovali (capsule) di circa 1 cm di lunghezza, di colore verde pallido. Sono costituiti da tre alveoli interni che contengono dei piccoli semini neri. Sono proprio questi semini che racchiudono il potenziale aromatico più grande di questa spezia. I semi di cardamomo vengono poi fatti essicare al sole, prima di essere utilizzati.

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Il cardamomo è una pianta spesso utilizzata nelle ricette orientali. Dalle riconosciute proprietà curative, questo rimedio naturale si può trovare in due differenti specie: la Elettaria cardamomum (più comune in Occidente, di colore chiaro) e la Amomum subulatum (anche nota come cardamomo nero o nepalese).
Appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, il cardamomo trae le sue origini dall’area a est dei Balcani e dall’India ed è coltivato con successo soprattutto nel subcontinente indiano, nello Sri Lanka e in Malesia. È inoltre uno degli ingredienti con i quali si ricava il curry.

Il cardamomo è una pianta spesso utilizzata nelle ricette orientali. Dalle riconosciute proprietà curative, questo rimedio naturale si può trovare in due differenti specie: la Elettaria cardamomum (più comune in Occidente, di colore chiaro) e la Amomum subulatum (anche nota come cardamomo nero o nepalese).
Appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, il cardamomo trae le sue origini dall’area a est dei Balcani e dall’India ed è coltivato con successo soprattutto nel subcontinente indiano, nello Sri Lanka e in Malesia. È inoltre uno degli ingredienti con i quali si ricava il curry.









CARDAMOMO


Il cardamomo è una pianta spesso utilizzata nelle ricette orientali. 
Il frutto si presenta come una capsula contenente tanti piccoli semi di colore marrone-nero. I semi sono utilizzati come spezie, ma poiché perdono molto rapidamente il proprio aroma, comunemente viene conservata e commercializzata l'intera capsula, generalmente essiccata. Al momento dell'uso, la capsula viene rotta e i semi utilizzati sciolti o macinati.



Le proprietà curative del cardamomo sono riconosciute e questo rimedio naturale si può trovare in due differenti specie: la Elettaria cardamomum, più comune in Occidente, di colore chiaro, e la Amomum subulatum, nota anche come cardamomo nero o nepalese.
Il cardamomo appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae e  trae le sue origini dall’area a est dei Balcani e dall’India ed è coltivato con successo soprattutto nel subcontinente indiano, nello Sri Lanka e in Malesia. 

 


È molto utilizzato come aroma nella preparazione del caffè alla turca, del caffè arabo e del tè iraniano.
Nella cucina mediorientale, iraniana, turca e indiana è utilizzato per insaporire dolci e nelle miscele di spezie.
È uno degli ingredienti con i quali si ricava il curry. Trova un suo utilizzo anche nella cucina dei paesi nordici, in particolare in Finlandia.  
Il cardamomo verde ha un gusto intenso e fortemente aromatico dal quale si differenzia il cardamomo nero che è più astringente, leggermente amaro e con un sentore di menta. Basta un piccolo baccello per insaporire un piatto. In India, i semi neri del cardamomo sono spesso un componente importante per insaporire il riso o il Masala the. 
In Cina sono utilizzati per aromatizzare piatti di carne arrostita e nel Vietnam diventano ingredienti del brodo per la minestra di tagliatelle.
Nella cucina etiope ed eritrea sono utilizzati nella preparazione di un pane celebrativo.
Nonostante il sapore sia abbastanza diverso, spesso il cardamomo nero è usato come sostituto del cardamomo verde perché è molto più economico. 
Le proprietà curative del cardamomo interessano varie zone del corpo umano. A cominciare dal tratto digerente, che beneficia dei semi di questa pianta per la cura di problemi al sistema urinario, delle emorroidi e, secondo la medicina tradizionale cinese, in caso di mal di stomaco o diarrea.
Il cardamomo può inoltre intervenire per calmare e risolvere il gonfiore intestinale.
L’azione benefica offerta dal cardamomo riguarda anche il cavo orale che può trarre beneficio dal suo impiego in caso di mal di gola o tosse. 
Utilizzati in India anche per mantenere la salute dei denti, i suoi semi possono essere masticati lentamente in bocca per combattere l’alito cattivo. Si rivela inoltre utile anche nel trattamento delle gengive infiammate. L’impiego del suo infuso è coadiuvante delle affezioni alle vie respiratorie.
Il  cardamomo è controindicato per chi soffre di colecisti e potrebbe infine interferire con l’attività di farmaci antiaggreganti come l’aspirina.







ZENZERO

Lo zenzero è una pianta erbacea della stessa famiglia del cardamomo ed è originaria dell'Estremo Oriente.
Largamente coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato, dal quale si dipartono, sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie porporine. Il frutto è una capsula divisa da setti in tre logge contenenti molti semi.

  
Zenzero in italiano, ginger nel mondo anglosassone dove è diffusissimo, pur essendo di origine asiatica, lo zenzero è una pianta originaria dell'estremo oriente, di cui si usa il rizoma, sia fresco, sia essiccato e polverizzato. Utilizzato principalmente come spezia, grazie al suo sapore pungente, in realtà in cucina rivela una versatilità notevole, spaziando dalla preparazione caramellata, tipica del Giappone, al Ginger Ale, bevanda diffusissima in Nord America, alla birra allo zenzero e ai biscotti natalizi allo zenzero del Regno Unito e del Nord Europa. 
Possiede una varietà di effetti benefici sulla salute, riconosciuti e presunti. Ogni nazione in cui è diffuso, in realtà, ha assegnato allo zenzero compiti specifici, per cui se nel mondo anglosassone il Ginger Ale è una bevanda destinata a combattere la nausea, in Cina il rizoma viene usato come rimedio per il raffreddore, nelle nazioni in via di sviluppo è utilizzato contro la diarrea.
L'assunzione di zenzero ha anche delle controindicazioni, sia per eventuali interazioni con altri medicinali, sia per specifici disturbi per lo più legati all'apparato digerente. 
La pianta, che appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, è tipica del clima opicale e subtropicale, e si presenta con lunghi fusti con foglie lanceolate, e fiori di colore giallastro. Viene coltivata principalmente in Cina e in India, per quanto riguarda l’Asia, e in Giamaica. Dello zenzero si usa, come detto, il rizoma, che ha una forma curiosa, carnosa e ramificata; è questa parte della pianta che contiene i principi attivi, come l'olio essenziale e il gingerolo. In occidente dovrebbe essere stato portato dall'esercito macedone di ritorno in patria dopo le imprese in Asia di Alessandro Magno; dalla Grecia si sarebbe poi diffuso a Roma e in tutto il mondo occidentale e il bacino del Mediterraneo.
Lo zenzero può essere consumato fresco, o essiccato in polvere. Grazie al sapore molto particolare, tendente al piccante, è usato come spezia a cotto e a crudo, in moltissimi tipi di preparazione, dalle zuppe ai dolci. Lo zenzero fresco può essere grattugiato, ad esempio sopra un'insalata; può essere tagliato a listarelle o fettine, e aggiunto cotto o crudo a varie preparazioni; nelle cucine orientali è un ingrediente tipico di molte zuppe e salse; può essere tagliato e utilizzato per fare tisane e decotti. Nella produzione dolciaria, è uno degli ingredienti del pan di zenzero, e si utilizza, soprattutto nei paesi anglosassoni, per fare biscotti alle spezie, tipici del periodo natalizio. Lo zenzero caramellato è un piatto della cucina giapponese. Sempre nei paesi anglosassoni lo zenzero caratterizza sia determinati tipi di birra sia il Ginger Ale, una bevanda con proprietà antiemetiche, utilizzata quindi in caso di nausea e genericamente di cattiva digestione.
Per fare qualche esempio concreto, lo zenzero non può mancare nelle cucine di di chi ama cimentarsi nell’arte gastronomica giapponese, poiché accompagna i piatti più diversi, dalla zuppa di miso, con verdure, tofu, miso, daikon e alga wakame, a sushi e sashimi, come accompagnamento, sia sottaceto sia caramellato. Nella cucina indiana e in quella cinese spadroneggia, dalla realizzazione del curry al condimento di ravioli al vapore, pollo alle mandorle, involtini di agnello o pollo. Per chi si sente più sicuro con ricette europee, se non italiane, lo zenzero può accompagnarsi al più classico dei risotti con le vongole, alle crêpes dolci francesi, alla torta di mele. Sia nei dolci sia nelle bevande, si sposa particolarmente bene con miele, agrumi e in particolare il limone, mele. Occorre ricordare che polvere e rizoma fresco hanno un grado di piccantezza leggermente differente.
Allo zenzero si attribuiscono molte proprietà, non tutte accertate scientificamente. Tradizionalmente viene usato per aiutare la digestione e contrastare ogni tipo di nausea, da quella dovuta ai mezzi di trasporto, a quella in gravidanza, a quella dovuta alla chemioterapia, per quanto in entrambi questi casi sia necessario consultare il medico prima di decidere se utilizzarlo, in che forma e in che quantità: alcuni lo sconsigliano decisamente in gravidanza. È sconsigliato anche in caso di ulcera. La tisana o il decotto possono essere preparati con fettine di rizoma fresco, ma in molte bevande come il Ginger Ale si usa lo zenzero in polvere. Lo zenzero fresco è anche un utile coadiuvante in caso di alitosi.
Le prorietà stimolanti sarebbero d'aiuto in caso di coliche; ma l'influenza sulla produzione di bile lo renderebbe sconsigliabile a chi soffre di calcoli biliari.
Secondo alcuni il rizoma avrebbe proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e antipiretiche; in alcuni paesi dell'Asia è comunemente usato in caso di influenza e raffreddore; così come antidolorifico, soprattutto per mal di testa e mal di denti; avrebbe effetto antalgico anche sotto forma di impacchi. In Cina, è noto anche come tonificante, d’aiuto per combattere stanchezza e astenia.
Per quanto riguarda l’uso in caso di dieta destinata al dimagrimento, cento grammi di rizoma fresco contengono all’incirca 80 calorie, e tra le altre proprietà dello zenzero ci sarebbe una presunta capacità di adiuvante nelle diete dimagranti.




CANNELLA


La pianta è nativa dello Sri Lanka, ma è stata introdotta in diversi paesi tropicali, quali il Madagascar, Malaysia, Antille e viene prodotta anche in Vietnam, Sumatra e Indonesia. 
La cannella vanta una storia millenaria: era già citata nella Bibbia, nel libro dell'Esodo, era usata dagli antichi Egizi per le imbalsamazioni e citata anche nel mondo greco e latino. Importata in occidente con le carovane durante il medioevo, portò gli Olandesi a impiantare un traffico stabile con lo Sri Lanka per divenirne i principali importatori d'Europa.  Ha un aroma secco e pungente, che ricorda quello dei Chiodi di garofano con una nota pepata. La cannella dello Sri Lanka ha un aroma ugualmente profumato, ma meno aspro e più dolce. 

A differenza di altre droghe da cucina, la spezia non si ricava dal seme o dal frutto, bensì dal fusto e dai ramoscelli che, una volta liberati del sughero esterno e trattati, assumono il classico aspetto di una piccola pergamena color nocciola. La cannella può essere venduta in questa forma e sbriciolata al momento dell'uso, oppure essere venduta in polvere. Esiste anche un olio essenziale di cannella, ottenuto facendo macerare la corteccia in acqua marina e distillando. Il liquido ambrato che se ne ricava è usato più frequentemente come principio medicamentoso che come spezia di cucina. È usata in molti modi differenti da secoli. La tradizione occidentale  la preferisce impiegata nei dolci di frutta, specie di mele, nella lavorazione del cioccolato, di caramelle e praline, come aroma in creme, nella panna montata, nelle meringhe, nei gelati e in numerosi liquori. La tradizione orientale e creola la usa anche nel salato, in accompagnamento di carni affumicate e non. Entrambe l'amano come aromatizzante del tè.

I bastoncini di cannella conservano il loro aroma se riposti in barattoli di vetro ben chiusi e lontani da fonti di calore e dalla luce. Anche la polvere di cannella si conserva allo stesso modo, sebbene perda molto delle sue caratteristiche e del suo aroma.
La cannella è una fonte di olio essenziale  per lo più da aldeide cinnaminica, contiene tannini che sono sostanze antiossidanti e cumarina, una sostanza moderatamente tossica per reni e fegato.
Le proprietà terapeutiche della cannella sono molte e conosciute già nell'Antico Egitto e dai Romani.
È un potente antiossidante naturale, stimola la circolazione sanguigna e contribuisce a combattere il colesterolo.  Ha proprietà antibatteriche, antisettiche, stimolanti e digestive.
La cannella stimola il sistema immunitario e risulta essere un buon rimedio naturale contro raffreddore, influenza, diarrea, flatulenza e dispepsia per l'azione antimicrobica e astringente.
Nella medicina Ayurvedica e nella medicina tradizionale cinese viene utilizzata per disturbi legati al freddo, ha un effetto riscaldante, e contro i dolori mestruali.

La cannella sembra combattere la fame nervosa, è quindi un perfetto condimento per chi segue diete dimagranti.
Il suo sapore è molto particolare, è infatti piccante e dolce allo stesso tempo.
Oggi la cannella viene usata per preparazioni prevalentemente dolci: torte, biscotti, frutta, caramelle e creme. Può dare inoltre un tocco particolare a gelato, macedonia di frutta e ricotta.
Molte bevande sono caratterizzate dall'aroma speziato della cannella, ad esempio vin brulé, sangria, liquori e punch.
Anche nelle ricette salate la cannella trova una sua dimensione come insaporitore di brodo di pesce o carne, nel risotto e nei piatti agrodolci. Soprattutto nella cucina orientale è facile trovare una nota di cannella nei piatti di carne o nelle salse salate, anche perché è una delle spezie utilizzate per il curry. I bastoncini di cannella sono da preferire alla polvere laddove la preparazione del piatto lo consente poiché mantengono più a lungo l'aroma. Ad esempio in creme e salse possono essere immersi nel liquido durante la cottura e tolti alla fine. 
Nell'Ottocento la cannella era talmente diffusa che quando nei libri di cucina si parlava di “un pizzico di spezie o di droghe”, si intendevano 4 spezie precise e la cannella era tra queste, assieme ai chiodi di garofano, al pepe e alla noce moscata.

 





CHIODI DI GAROFANO 


I chiodi di garofano, una spezia molto usata in cucina, altro non sono che i boccioli fiorali essiccati della Eugenia caryophyllata, una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtaceae.
Contrariamente a quello che il nome potrebbe far intendere, non ha nulla a che vedere con la pianta omonima, il garofano, ma si tratta di piante originarie dell'Indonesia e oggi molto coltivate in tutta l'Indonesia, nel Madagascar, in Tanzania, nelle Filippine, nello Sri Lanka ed anche in sud America.
Si tratta di alberi sempreverdi il cui fusto è provvisto di una corteccia liscia, grigiastra dal quale si dipartono rami di discrete dimensioni già a pochi centimetri dal suolo. Le foglie sono rosate quando la pianta è giovane e poi diventano di un colore verde brillante, ricche di ghiandole oleifere. I fiori all'inizio di colore giallo-verde diventano rosso vivo quando la pianta è matura. Appena il colore inizia a virare verso il rosa i boccioli fiorali vengono raccolti per ottenere appunto i chiodi di garofano.

Una particolarità di queste incredibili piante è che quando inizia il periodo della fioritura, le zone di coltivazione sono impregnate del profumo caldo ed aromatico dei fiori che si diffonde ovunque.
Il frutto è una bacca che contiene al suo interno numerosi semi. I chiodi di garofano hanno un odore molto aromatico e caldo mentre il sapore dell'olio essenziale è pungente e molto speziato.
L'olio essenziale si può ottenere sia dalla distillazione in acqua dei boccioli fiorali, sia per distillazione in acqua delle foglie, che per distillazione in corrente di vapore dei rami. L'olio ottenuto dalla distillazione dei boccioli fiorali è considerato superiore perchè dotato di una migliore fragranza.
Le antiche tradizioni cinese ed indiana usavano i chiodi di garofano per le loro proprietà antisettiche e antifermentative. Oltre ciò venivano usati anche come antispasmodici, analgesici, anestetici, tonici e stimolanti.
Oggi la medicina moderna ha potuto prendere atto che effettivamente questa spezia grazie all'eugenolo è un potente antisettico e antifermentativo.  Per questa sua azione è sempre stato molto usato nella medicina popolare come medicamento per uso locale: impacchi, cataplasmi, problemi dentali o gengivali.
In particolare l'eugenolo era ed è tutt'oggi molto usato in odontoiatria come disinfettante del cavo orale e come leggero anestetico nelle cure dentarie. Oltre ciò è caratterizzato da una spiccata azione antinfettiva, antivirale e antibatterica nel trattamento di ascessi ed altre infezioni del cavo orale, nelle affezioni delle vie respiratorie e nelle infezioni delle vie urinarie; antinfiammatoria in particolare antireumatica ed antiflogistica; un'azione antiossidante; spasmolitica nel caso di nausea, flatulenza e indigestione; ipnotica e sedativa soprattutto nel trattamento del mal di denti, nelle nevralgie ed anche nei casi di artrite reumatoide.


E' nota la preparazione del vino brulé ottenuto facendo bollire del vino rosso con i chiodi di garofano, cannella, scorza di arancia o limone, addolcito con miele e bevuto caldo per curare le malattie da raffreddamento. Le controindicazioni sull'uso degli oli essenziali sono legate ad una potenziale tossicità al fegato se usato a dosi elevate. Può irritare la cute e le mucose, provocare infiammazioni intestinali, ulcere, anche a bassi dosaggi. E' quindi un prodotto che va usato con attenzione e soprattutto non va somministrato alle donne in gravidanza o ai bambini.
In cucina i chiodi di garofano sono molto utilizzati in tutto il mondo per insaporire dolci, quali ad esempio i pandolci ed i panpepati e per aromatizzare liquori , tè, infusi e tisane corroboranti da bere soprattutto d'inverno. 
Entrano nella miscela di un insieme di spezie tipiche pakistane ed indiane nella cui composizione si trovano anche cannella, cumino, coriandolo, cardamomo, chiodi di garofano, curcuma.
Sono molto usati per arricchire il sapore della carne bollita, negli stracotti e negli stufati, per aromatizzare gli arrosti e per addolcire il sapore della selvaggina.
Esaltano il sapore dei formaggi stagionati.
Un chiodo di garofano infilato nella cipolla ne rende il sapore più dolce.




Il metodo classico di usarli è quello di infilarli nelle arance da sistemare nel guardaroba per tenere lontane le tarme, o per realizzare profumate composizioni natalizie.
L'olio essenziale è molto usato in profumeria per il suo aroma per la preparazione di saponi, sali da bagno e nella preparazione dei colluttori. Grazie alle sue proprietà aromatiche ma soprattutto antimicrobiche lo ritroviamo nelle bevande alcoliche quali amari, vermouth, bibite analcoliche oltre che come condimento della carne e di numerose salse. E' inoltre molto usato nella preparazione dei dentifrici, dei saponi, dei detergenti, delle creme, dei profumi.







PEPERONCINO



Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Già nel 5500 a.C. era conosciuto in Messico come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indiani del Perù e del Messico. In Europa il peperoncino giunse grazie a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe nel 1493. 
Introdotto quindi in Europa dagli spagnoli, ebbe un immediato successo e si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, in Africa e in Asia, e venne così adottato come spezia anche da quella parte della popolazione che non poteva permettersi l'acquisto di cannella, noce moscata e altre spezie molto usate per il condimento e la conservazione di alimenti.
Il frutto venne chiamato peperone a causa della somiglianza nel gusto, con il pepe.


Il Capsicum annuum è un arbusto perenne a vita breve che, in condizioni di clima sfavorevole, viene coltivato come annuale. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm.  con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca. 


Le proprietà del peperoncino sono molte. Esso riesce a migliorare la circolazione sanguigna e protegge il sistema cardiovascolare, anche perché è un ottimo vasodilatatore, in grado di combattere gli effetti del colesterolo. Presenta molti acidi grassi insaturi, che consentono di rafforzare i vasi sanguigni e di mantenere elastici i capillari, migliorando l’ossigenazione del sangue.
Ha notevoli proprietà antinfiammatorie, infatti è indicato in caso di tosse. Riesce pure ad alleviare i dolori reumatici. Si può mettere a macerare nell’alcool e poi lo si applica sulla parte dolorante. Il suo carattere piccante è dato dall’alcaloide che contiene. Si tratta della capsaicina, che favorisce la digestione.
Il peperoncino è ricco di vitamina C, in grado di difendere dalle infezioni. Inoltre contiene abbondantemente la vitamina E, che lo ha fatto passare come un potente afrodisiaco.
Anche i capelli trarrebbero benefici dall'uso del peperoncino,  perché la migliore circolazione sanguigna si rifletterebbe in maniera positiva anche sui bulbi piliferi.







CURCUMA



Appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, come lo zenzero e il cardamomo e viene utilizzata per scopi alimentari e officinali. Viene chiamata anche zafferano delle Indie, ha un vivace colore giallo e diverse proprietà che sono in grado di apportare differenti benefici. 

Si tratta di pianta erbacea, perenne, e coltivata prevalentemente nelle regioni tropicali. La pianta della curcuma è caratterizzata da foglie lunghe a forma ovale, mentre i fiori sono raccolti in spighe. Il suo nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour Koum, che significa zafferano. I suoi rizomi, che sono la parte della pianta che contiene i principi attivi, vengono fatti bollire per parecchie ore e fatti seccare in grandi forni, dopodiché vengono schiacciati  fino ad ottenere una polvere  giallo-arancione che viene comunemente utilizzata come spezia nella cucina del Sud Asia. 

 







CURRY


Il Curry non è una spezia, ma un insieme di varie spezie ed erbe aromatiche essicate e ridotte in polvere. Presenta un sapore deciso e un profumo penetrante. Questa miscela, dalla composizione assai varia, è originaria dell'Asia tropicale e usata soprattutto nella cucina indiana.
Il curry viene preparato dall'unione di cumino, coriandolo, curcuma, cardamomo, cannella, anice, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano, pepe e peperoncino. Si ottiene una polvere colore giallo ocra.
La parola "curry" è una derivazione europea del nome tamil "Kari" che è un tipico piatto vegetariano della regione di Madras. Venne introdotta in occidente a partire dal diciottesimo secolo dagli inglesi per indicare la mistura di spezie utilizzata nella cucina indiana piuttosto che il piatto cucinato. In India l'equivalente europeo del curry è indicato con il termine "masala". Il masala è molto usato e conosciuto, seppur con composizioni molto differenti, in India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, Indonesia, Malesia, Thailandia, Cina e in molte altre località asiatiche.


Le proprietà benefiche del curry si rivelano altamente terapeutiche. Sembra che questa miscela di spezie riesca ad avere degli effetti importanti nel contrastare il rischio di incorrere nei tumori, in particolare, ad agire in questo senso è la curcumina, il principio attivo contenuto nella curcuma. Il curry esercita un’azione antinfiammatoria e contribuisce a dilatare i vasi sanguigni e, quindi, a contrastare il colesterolo. Il curry è utile per lo stomaco, perché aumenta il livello dei succhi gastrici e il cumino, nello specifico, si dimostra valido contro i problemi intestinali: meteorismo e gonfiore addominale.
I chiodi di garofano, anch’essi contenuti in questa miscela di erbe, svolgono un’azione antibatterica, molto importante per regolarizzare la flora intestinale e per contrastare le infezioni del cavo orale. Il curry ha, inoltre, notevoli proprietà dimagranti e per questo può essere utilizzato nell’ambito di diete ipocaloriche. Sono soprattutto il peperoncino e lo zenzero a favorire il consumo di calorie. La cannella agisce rallentando il senso di fame. Non dimentichiamo, inoltre, che il pepe riesce a stimolare la circolazione sanguigna e, quindi, a combattere la ritenzione idrica, principale causa della comparsa della cellulite.





CUMINO



Il cumino è una pianta erbacea originaria della Siria. I suoi semi sono simili a quelli del finocchio e dell'anice, ma sono più piccoli e più scuri. Ha proprietà digestive ed è utile anche per combattore l'alitosi.

Il cumino ha proprietà carminative e digestive ed è un buon rimedio naturale contro gonfiori e coliche addominali.
Un'ottima tisana da bere a fine pasto per favorire la digestione può essere preparata con i semi di questa preziosa spezia, un pizzico di finocchio e un po' di menta, molto utile anche contro la tosse.
Masticare semi di cumino aiuterebbe a combattere l'alitosi e a stimolare l'appetito. 
L'olio di cumino è perfetto per massaggi e impacchi, stimola la circolazione ed esercita un'azione disinfettante sulla pelle.
L'aroma che rilasciano i semi di cumino è molto intenso e il sapore pepato e amarognolo, per questo vanno usati con molta parsimonia per non rischiare di coprire il sapore base delle pietanze. 
In Italia l'uso del cumino in cucina non è molto diffuso, ma generalmente si sposa bene con verdure, sottaceti, formaggi, legumi e carne.
Tostare i semi in padella prima di unirli alle pietanze esalterà ancor di più l'aroma del cumino.
Di questa pianta possono essere impiegate in cucina anche le foglie, ad esempio per insaporire insalate o salse, ma l'uso delle foglie di cumino non è molto diffuso. 
Il cumino è molto usato nella cucina del Nord Africa, dell'India e del Medio Oriente ed è presente tra le spezie del curry e quelle del garam masala, una miscela molto diffusa in India.
In Marocco aromatizza la carne arrostita, in Messico si mette nel guacamole, in Francia aromatizza alcuni tipi di pane mentre in Spagna e Portogallo si trova nelle salsicce e nei piatti a base di verdure.
Con il cumino vengono anche aromatizzati alcuni formaggi olandesi e valdostani.

Prevalentemente questa spezia si adatta a pietanze salate ma può stupire il modo in cui conferisce a un dolce un gusto esotico e speziato. Nella cucina libanese, ad esempio, è protagonista di un dolce freddo profumato alle spezie.
Conosciuto sin dall'antichità, il cumino era molto amato dai Romani che lo usavano come condimento o ridotto in pasta da spalmare sul pane. I Greci usavano così tanto questa spezia che la tenevano a tavola in un contenitore, usanza mantenuta ancora oggi in Marocco.







 SEMI DI FINOCCHIO


In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati.

Per quanto riguarda il finocchio selvatico, si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti, impropriamente chiamati "semi", che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie  fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi.


I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale. I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare tarallini, ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. Fanno inoltre parte della ricetta di un biscotto tipico del Piemonte: il finocchino. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi, i "semi" e le foglie.
Il loro sapore caratteristico ricorda vagamente quello dell’anice, ma le sue proprietà non si limitano solo al gradevole sapore che si presta a preparazioni dolci, salate e infusi. I semi di finocchio infatti aiutano a bruciare i grassi, stimolano l’eliminazione dei liquidi in eccesso, hanno proprietà digestive e antigonfiore.
I semi di finocchio hanno un alto contenuto di fibre e potassio, aiutano la digestione e contrastano i dolori addominali. L’infuso di semi di finocchio è suggerito come fine pasto per le persone a dieta, in quanto ottimo diuretico e brucia-grassi, e per contrastare le coliche nei bambini. Il suo infuso può essere anche tamponato sulla pelle, per alleviare leggere infiammazioni.




GINEPRO

Il ginepro è una pianta appartenente alla famiglia delle Cupressaceae che comprende il ginepro comune, ma anche tante altre specie apprezzate per la qualità del legno dell'arbusto  o come piante ornamentali.
Il ginepro comune  è un arbusto sempreverde, di altezza compresa tra 1 e 10 metri, con foglie aghiformi e bacche blu-viola ricoperte da una pellicola opaca chiamata pruina.
In Italia è molto diffuso sulle Alpi, ma anche sull'Appennino fino al Lazio e in Sardegna.

Il ginepro ha numerose virtù: masticarne le bacche facilita la digestione, è un antisettico naturale per le vie urinarie e respiratorie e ha proprietà antireumatiche, spesso infatti l'olio essenziale viene usato per massaggi che aiutano a rilassare i muscoli contratti, a previene i crampi e a tonificare i tessuti connettivi.
Il ginepro era molto amato già al tempo dei Romani, era ritenuto una spezia indispensabile e usato come  ottimo sostituto del pepe.
Le bacche del ginepro hanno un sapore acidulo per questo smorzano bene cibi forti come la selvaggina e i crauti. Molto apprezzate anche per insaporire preparazioni di patate o pesce al cartoccio.
Molto utilizzato nella preparazione di alcolici facendo fermentare il succo delle bacche e quindi distillando e per fare liquori tramite distillazione dello spirito sulle bacche.
Il legno del ginepro è molto profumato, per questo viene usato per affumicare i salumi  e posto nei forni a legna per dare aroma al pane durante la cottura.






PEPE 

Il pepe appartiene alla famiglia delle Piperaceae, ed è originario dell'India meridionale. Oggi i produttori più grandi di pepe sono il Vietnam, che è il primo esportatore al mondo, l'India, che è il primo consumatore, l'Indonesia, la Malesia, il Brasile e il Madagascar. La pianta del pepe è una liana con fusto lungo fino a 10 m. I frutti sono piccole bacche sferiche, di colore rosso accesso a maturità. 


Esistono più di 600 varietà di pepe, ma come spezia se ne usano poche, distinte spesso solo a seconda del grado di maturazione e del tipo di lavorazione. Il pepe comune che si trova in commercio è il frutto del Piper nigrum, costituito da piccole bacche sferiche verdi che raggiungono un colore rosso acceso al momento della completa maturazione. A seconda del periodo di raccolta e della lavorazione subita, si distinguono diverse tipologie:




- il pepe nero che viene raccolto al momento dell'invaiatura ed è essiccato


- il pepe bianco che viene raccolto al momento dell'invaiatura o successivamente, decorticato per macerazione in acqua o meccanicamente e poi essicato





- il pepe verde che viene raccolto acerbo, essicato o posto in salamaoia


- il pepe rosso che viene raccolto maturo e posto in salamoia 



- il mix creola altro non è che una miscela di diversi tipi di pepe, solitamente è un mix di tre pepi: pepe nero, pepe bianco e pepe verde con l'aggiunta del  pepe rosa che, in realtà, è una bacca molto aromatica che conferisce al mix un sapore particolare e delicato. E' ideale, così come altre spezie, come sostitutivo del sale in quanto insaporisce ogni genere di piatto. 

Il pepe possiede proprietà digestive, antiinfiammatorie e diuretiche. Si usa in caso di problemi d'anemia, diabete e problemi respiratori. Le bucce di pepe stimolano l'assimilazione dei grassi fornendo più energia per il corpo. Il pepe può avere anche un uso esterno per regolare le ghiandole sebacee. Si usa inoltre per frizioni muscolari e rilassanti.Il pepe, a seconda della tipologia: bianco, nero, verde e pepe rosso, ha un odore e sapore più o meno pungente ed aromatico. Si usa sia in grani interi che frantumati o macinati in polvere fine per insaporire una vasta gamma di piatti: zuppe, sughi, carne, pesce, stufati, insalate, insaccati e cosi via. Il pepe bianco si usa tradizionalmente di più nella cucina occidentale, mentre quello nero è ingrediente base di una grande parte dei piatti orientali.  Molto spesso viene mescolato ad altre spezie per ottenere miscele adatte ad insaporire vari tipi di carne e pesce. Ricordiamo inoltre come, sin dall'antichità, il pepe abbia rappresentato una incredibile forma di conservazione degli alimenti, soprattutto a base di carne.







NOCE MOSCATA


La Myristica fragrans è un albero originario dell'Indonesia che cresce nelle regioni a clima tropicale.
I suoi frutti  vengono commercializzati come spezie: il seme è la noce moscata, mentre il rivestimento carnoso che lo ricopre è il macis.



La noce moscata stimola la digestione, è carminativa, antisettica e attenua alcuni disturbi come vomito, nausea e diarrea. Secondo la medicina popolare, tra le virtù di questa spezia c'è anche quella di essere considerata un potente afrodisiaco.
L'olio estratto dalla noce moscata è efficace, per uso esterno, contro dolori nevralgici e reumatici.
Particolare attenzione va fatta nel non abusare di noce moscata. Questa noce, infatti, se consumata in dosi elevate  provoca alterazioni di coscienza e allucinazioni oltre che dipendenza.
Il sapore della noce moscata è raffinato, dolce ed esotico con una nota appena piccante.
In cucina viene utilizzata come ingrediente di dolci, creme e budini, ma anche in pietanze salate come purè di patate e verdure lesse, che arricchisce con un profumo speziato.
Una spolverizzata di noce moscata è perfetta per aromatizzare cocktail e bevande alcoliche come vino caldo e punch.

In Medio Oriente la noce moscata è molto diffusa e arricchisce il sapore di carne, uova e formaggi.
In Europa è molto diffusa nella cucina tedesca. In Italia questa spezia viene aggiunta al ripieno di tortellini e ravioli a base di carne, ai formaggi e agli spinaci.

In commercio la noce moscata si può trovare già macinata o in semi interi. Per apprezzarne l'aroma al meglio è consigliabile acquistare le noci e grattugiarle al momento dell'uso.






ANICE STELLATO



L'illicium verum è un albero tropicale sempreverde.
 
Originairio del Sud-Est asiatico, è presente in Cina, in Cambogia, in Vietnam, in Giappone e nelle Filippine. E' un albero alto con foglie verdi persistenti e di forma ovale i cui fiori, grandi, sono di colore giallo o rosa.
 
I frutti, profumati, vengono raccolti ancora verdi e fatti seccare al sole dove prendono un colore marrone tendente al rosso. Il frutto secco, utilizzato come spezia, è l'anice stellato.




Il nome anice stellato deriva dal gusto all'anice della spezia e dalla forma a stella. Infatti, l'anice stellato è una spezia composta da otto estremità di forma bislunga che si distendono sui lati per formare una stella a otto punte. Ogni punta contiene un seme rotondo, marrone e brillante.
 
Il baccello dell'anice stellato è più aromatico dei semi, sviluppa un aroma all'anice che profuma di legno e liquirizia.

Leggermente piccante, il suo sapore caldo è più avvolgente rispetto a quello dell'anice verde.
L'anice stellato è conosciuto sin dall'antichità, in particolare per le sue virtù digestive perché facilita la digestione, calma lo stomaco e riequilibra la flora intestinale.
 
Esportata dall'Asia all'epoca di Marco Polo, questa spezia rimarrà sconosciuta in Europa fino all'epoca del Rinascimento, quando sarà importata dagli inglesi.
 
Molto ambita durante il Medioevo, molto rara e molto cara, questa spezia era l'oggetto di molte persone avide.
L'anice stellato è adoperato secco, generalmente intero, in particolare in infusione.
Lo troviamo anche in polvere, anche se nuoce alla sua conservazione. E' quindi meglio comprarlo intero.


L'anice stellato è ampiamente utilizzato in Asia, specialmente nella cucina cinese. Fa parte della composizione del mix di spezie detto "cinque spezie" con la cannella, il chiodo di garofano, il pepe e il finocchio.

In Turchia, questa spezia aromatizza il raki, un'acquavite che è considerata bevanda nazionale e in Grecia dà un gusto particolare all'ouzo, un liquore all'anice.






ZAFFERANO 


La pianta è una iridacea ed appartiene al genere Crocus di cui fanno parte circa 80 specie.
Il Crocus sativus è il risultato di una intensiva selezione artificiale  di una specie originaria dell'isola di Creta: una selezione messa in atto dai coltivatori che cercavano di migliorare la produzione degli stimmi. La sua struttura genetica lo rende incapace di generare semi fertili, per questo motivo la sua riproduzione è possibile solo per clonazione del bulbo madre e la sua diffusione è strettamente legata all'assistenza umana.

 

Un tempo allo zafferano, di cui si utilizzano gli stimmi, venivano attribuite proprietà antispastiche, antidolorifiche e sedative. 
L'uso dello zafferano può provocare anche effetti collaterali quali: vertigini e torpore e manifestazioni emorragiche da riduzione del numero delle piastrine.
Lo zafferano, attualmente, viene utilizzato solamente dall'industria alimentare ed in gastronomia come spezia o come colorante.
Uno dei suoi utilizzi più tipici nella cucina italiana è nel risotto alla milanese  o "risotto giallo", così noto appunto per la colorazione che lo zafferano dà alla ricetta.











Elettaria Cardamomum, è la regina delle spezie, dopo il pepe e zafferano. I baccelli di cardamomo sono utilizzati nella cucina indiana e asiatica da sempre grazie alle tante proprietà salutistiche. Viene utilizzato di recente anche in Europa, soprattutto per la preparazione di dolci. Ha grandi proprietà e con curcuma e zenzero è ingrediente del curry, tipico condimento indiano. Il cardamomo è "la regina delle spezie", in secondo luogo soltanto a pepe nero "il re delle spezie" e lo zafferano. È una delle spezie più stimate nel mondo e fra le più costose. Il Cardamomo è il frutto della pianta Elettaria Cardamomum. I frutti del cardamomo sono piccoli baccelli ovali (capsule) di circa 1 cm di lunghezza, di colore verde pallido. Sono costituiti da tre alveoli interni che contengono dei piccoli semini neri. Sono proprio questi semini che racchiudono il potenziale aromatico più grande di questa spezia. I semi di cardamomo vengono poi fatti essicare al sole, prima di essere utilizzati. Generali↑ Vai all'indice Cardamomo in cucina Il cardamomo si utilizza sotto forma di baccelli (o capsule), polvere, o semi. Si consiglia se possibile di usare i baccelli poiché i semi, chiusi nella capsula, conservano il loro aroma più a lungo. I semi del cardamomo hanno un tipico sapore floreale e di limone, e ricordano l'odore dell'eucalipto. Il gusto è fresco e pungente, ed esalta i piatti a base di riso, i dolci e le bevande calde. Insieme alla curcuma e zenzero è uno degli ingrediente del curry, tipico condimento indiano. Negli ultimi anni si sta riscoprendo questa spezia in cucina, anche se in Europa non è ancora molto utlizzata, se non in pasticceria, per dolci particolari e noti, come il Pan di Zenzero (pain d’epices). In Scandinavia, questa spezia esalta il sapore delle marinate, del vino brulé, e delle preparazioni a base di carne. Fa parte anche degli ingredienti per preparare l'acquavite e una famosa bevanda svedese, il glogg . Il cardamomo invece è utilizzato abitualmente nei pasti asiatici ed orientali, in particolare nella cucina indiana. Nel Medio Oriente, il cardamomo è utilizzato per aromatizzare il caffè. Essenze e infusi In caso di mal di stomaco e singhiozzo l'essenza di cardamomo è in grado di favorire la digestione e rilassare il diaframma. Per evitare il gonfiore addominale causato da alcuni cibi, come i cavoli, i cavolfiori, i broccoli, i legumi, le verdure cotte in genere, si possono mettere alcuni semi (3 o 4,) durante la cottura dei cibi, senza che ne sia particolarmente alterato il sapore. Un infuso di cardamomo può essere utilizzato per sciacqui per rendere gradevole l'alito, oppure masticarne qualche baccello dopo un pasto pesante, per favorire la digestione e profumare l'alito. La pianta Elettaria cardamomumFrutto dell'Elettaria cardamomum, il cardamomo è una pianta della famiglia delle Zingiberaceae come la curcuma e lo zenzero. Il cardamomo si sviluppa come erba perenne con le rizome spesse e carnose o i gambi sotterranei che sparano le radici frondose e con i gambi frondosi. Ha foglie molto grandi. Il cardamomo cresce tra gli 800 e i 1500 metri di altitudine in un clima caldo e umido. Le sue radici crescono esternamente ed è qui che, a loro volta, crescono i semi di cardamomo. Stagionalità Tutto l'anno. Reperibilità Media difficoltà. Si vende nelle erboristerie, nei negozi etnici, negli alimentari specializzati oppure sul web. Varietà Le principali varietà che si utilizzano in cucina: la verde è sicuramente la più pregiata, per il suo aroma intenso e balsamico, a metà strada tra l’eucalipto e la canfora; quella bruno-marrone dai sentori di legno affumicato; la nera, il cui sapore è più delicato, la bianca, decisamente più tenue e delicata, è meno apprezzate e adoperata dai cuochi. Culinarie↑ Vai all'indice Come conservare Il cardamomo si conserva all’ombra in contenitori ermetici, oppure conservare i baccelli in frigorifero in un sacchetto di carta per alimenti leggermente inumidito. Come usare Per utilizzare al meglio questa spezia, rompere i baccelli per recuperare i semini neri. Macinare i semini con pestello e mortaio o schiacciarli con la parte piatta di un coltello. Geografiche↑ Vai all'indice Zona di origine Il cardamomo è originario nella zona orientale delle foreste balcaniche in India meridionale, dove cresce selvatico. Oggi cresce anche in Sri Lanka, Guatemala, IndoCina e Tanzania. Nutrizionali↑ Vai all'indice Il cardamomo ha molte virtù medicinali e alcuni trattati antichi di medicina fanno risalire l'utilizzo di questa spezia a diversi secoli prima di Cristo. Inoltre, alcuni trattati testimoniano l'impiego di questa spezia in preparazioni destinate alla cura di irritazioni alla gola. Ha proprietà carminative, riducono cioè i gonfiori addominali. Celiachia Non contiene glutine. Tabella nutrienti Nutriente Valore Calorie 1 Kcal Valori ogni 2 bacche. Culturali↑ Vai all'indice Origine del nome Nome indiano: Elaichi di Chhoti. Nome Comune: Semi del cardamon de Mysore, cardamomo malabar, ebil, kakelah seghar, capalaga, elachi di gujalatti, ilachi, ailum, cardamomum di amomum, repens del A., cardamomo di Alpina, cardamomum di matonia, cardamomum meno, Cardamomi Semina Nella storia Già nel III millennio a.C. gli indiani usavano il cardamomo in cucina. I greci lo scoprirono solo nel IV sec. a.C. importandolo a caro prezzo dai paesi d'origine. Poi questa spezia arrivò a Roma, dove gli amanti della buona tavola la adottarono per le sue proprietà digestive. Curiosità In Occidente le qualità afrodisiache del cardamomo vennero decantata nell’Ottocento, tanto che alla fine di quel secolo la spezia fu inclusa fra i migliori eccitanti sessuali. Secondo la tradizione popolare nell'ottocento si credeva che i semi di cardamomo aiutassero a conquistare il cuore della persona desiderata se aggiunti in una pietanza o bevanda a lei destinata. Gli antichi Egizi masticavano semi di cardamomo per pulire i denti. I Greci e i Romani lo usavano come profumo. Secondo alcune fonti veniva usato anche come antiputrefattivo nella procedura di imbalsamazione. Il cardamomo è utilizzato da sempre in India e in Pakistan come mezzo di comunicazione con gli dèi. Allo stesso modo viene offerto per purificare i pasti. Si dice sia anche un antidoto per i morsi di scorpioni e serpenti. Nelle altre lingue Lingua Voce Inglese cardamon Francese cardamome Spagnolo cardamomo Tedesco kardamom I vostri commenti amo la canfora e l'eucaliptus per le loro proprietà balsamiche antiflogistiche.(voto per il cardamomo verde) galenablu - 18/11/2012 Testi esaurienti da ogni punto di vista. grazie simonetta - 23/02/2013 Salve; vorrei seminare i semi di cardomono.Potreste dirmi in che periodo và fatto? Grazie 1000 Maria. Maria - 26/08/2014 Lascia un commento o una domanda Il tuo nome E-mail Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente. Homepage Commento * Avvisami quando qualcuno inserisce un nuovo commento Libri consigliati 365 insalate per tutto l'anno e per tutti i gusti 365 insalate ...per tutto l'anno e per tutti i gusti. Giornalista curiosa e buongustaia, Alice nel Paese delle... Copertina L'alimentazione anti-cancro L'alimentazione anti-cancro Integrando per esempio nella propria dieta preziosi cibi delle cucine di tutto il pianeta, dalla... 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Tratto da: http://www.alimentipedia.it/cardamomo.html
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Elettaria Cardamomum, è la regina delle spezie, dopo il pepe e zafferano. I baccelli di cardamomo sono utilizzati nella cucina indiana e asiatica da sempre grazie alle tante proprietà salutistiche. Viene utilizzato di recente anche in Europa, soprattutto per la preparazione di dolci. Ha grandi proprietà e con curcuma e zenzero è ingrediente del curry, tipico condimento indiano. Il cardamomo è "la regina delle spezie", in secondo luogo soltanto a pepe nero "il re delle spezie" e lo zafferano. È una delle spezie più stimate nel mondo e fra le più costose. Il Cardamomo è il frutto della pianta Elettaria Cardamomum. I frutti del cardamomo sono piccoli baccelli ovali (capsule) di circa 1 cm di lunghezza, di colore verde pallido. Sono costituiti da tre alveoli interni che contengono dei piccoli semini neri. Sono proprio questi semini che racchiudono il potenziale aromatico più grande di questa spezia. I semi di cardamomo vengono poi fatti essicare al sole, prima di essere utilizzati. 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Il cardamomo invece è utilizzato abitualmente nei pasti asiatici ed orientali, in particolare nella cucina indiana. Nel Medio Oriente, il cardamomo è utilizzato per aromatizzare il caffè. Essenze e infusi In caso di mal di stomaco e singhiozzo l'essenza di cardamomo è in grado di favorire la digestione e rilassare il diaframma. Per evitare il gonfiore addominale causato da alcuni cibi, come i cavoli, i cavolfiori, i broccoli, i legumi, le verdure cotte in genere, si possono mettere alcuni semi (3 o 4,) durante la cottura dei cibi, senza che ne sia particolarmente alterato il sapore. Un infuso di cardamomo può essere utilizzato per sciacqui per rendere gradevole l'alito, oppure masticarne qualche baccello dopo un pasto pesante, per favorire la digestione e profumare l'alito. La pianta Elettaria cardamomumFrutto dell'Elettaria cardamomum, il cardamomo è una pianta della famiglia delle Zingiberaceae come la curcuma e lo zenzero. Il cardamomo si sviluppa come erba perenne con le rizome spesse e carnose o i gambi sotterranei che sparano le radici frondose e con i gambi frondosi. Ha foglie molto grandi. Il cardamomo cresce tra gli 800 e i 1500 metri di altitudine in un clima caldo e umido. Le sue radici crescono esternamente ed è qui che, a loro volta, crescono i semi di cardamomo. Stagionalità Tutto l'anno. Reperibilità Media difficoltà. Si vende nelle erboristerie, nei negozi etnici, negli alimentari specializzati oppure sul web. Varietà Le principali varietà che si utilizzano in cucina: la verde è sicuramente la più pregiata, per il suo aroma intenso e balsamico, a metà strada tra l’eucalipto e la canfora; quella bruno-marrone dai sentori di legno affumicato; la nera, il cui sapore è più delicato, la bianca, decisamente più tenue e delicata, è meno apprezzate e adoperata dai cuochi. 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Secondo la tradizione popolare nell'ottocento si credeva che i semi di cardamomo aiutassero a conquistare il cuore della persona desiderata se aggiunti in una pietanza o bevanda a lei destinata. Gli antichi Egizi masticavano semi di cardamomo per pulire i denti. I Greci e i Romani lo usavano come profumo. Secondo alcune fonti veniva usato anche come antiputrefattivo nella procedura di imbalsamazione. Il cardamomo è utilizzato da sempre in India e in Pakistan come mezzo di comunicazione con gli dèi. Allo stesso modo viene offerto per purificare i pasti. Si dice sia anche un antidoto per i morsi di scorpioni e serpenti. Nelle altre lingue Lingua Voce Inglese cardamon Francese cardamome Spagnolo cardamomo Tedesco kardamom I vostri commenti amo la canfora e l'eucaliptus per le loro proprietà balsamiche antiflogistiche.(voto per il cardamomo verde) galenablu - 18/11/2012 Testi esaurienti da ogni punto di vista. grazie simonetta - 23/02/2013 Salve; vorrei seminare i semi di cardomono.Potreste dirmi in che periodo và fatto? Grazie 1000 Maria. Maria - 26/08/2014 Lascia un commento o una domanda Il tuo nome E-mail Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente. Homepage Commento * Avvisami quando qualcuno inserisce un nuovo commento Libri consigliati 365 insalate per tutto l'anno e per tutti i gusti 365 insalate ...per tutto l'anno e per tutti i gusti. Giornalista curiosa e buongustaia, Alice nel Paese delle... Copertina L'alimentazione anti-cancro L'alimentazione anti-cancro Integrando per esempio nella propria dieta preziosi cibi delle cucine di tutto il pianeta, dalla... 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